Tenuta Canto alla Moraia


Quando si parla di vini rossi non si può non pensare alla Toscana e il pensiero va subito alle colline del Chianti. Ma qui, in una valle meno conosciuta ma non per questo seconda a quelle più blasonate, tra strade panoramiche e dolci colline tra le propaggini del Pratomagno e la Valle dell'Arno, sorge la Tenuta Canto alla Moraia.

Partiamo da Firenze,  circa mezz’ora di auto e ci troviamo su via Setteponti una bella strada panoramica tra logge e portici che ci porta a Castiglion Fibocchi sede dell’azienda vinicola dove faremo la degustazione di prodotti del territorio e vini di loro produzione.

Ore 16:25, puntuali, arriviamo e ci accoglie Gregory, un bel labrador coccoloso che ci scruta dal patio e ci viene incontro. Dopo aver preso la sua bella dose di carezze e complimenti, da buon padrone di casa, ci fa strada sotto un arco fiorito come se sapesse come comportarsi con gli ospiti.

Un po’ “impacciati” ci fermiamo sulla soglia della porta dove un distinto signore ci viene incontro. Facciamo la conoscenza di Rodolfo, anima dell’azienda. Uomo d’altri tempi e contemporaneamente di una modernità che ti spiazza. Arriva anche Silvia, la moglie, frizzante, energetica. Che ti mette allegria.

In pochi secondi l’irrigidimento iniziale sparisce. Chiacchieriamo con Rodolfo, ascoltiamo tutto quello che dice rapiti dai sui discorsi. Ci parla del territorio, delle uve, di qualsiasi cosa e l’ascoltiamo. Ci porta all’interno dove ci fa vedere i suoi vini prodotti con sapienza e con l’attenta ricerca del vitigno giusto per creare un prodotto che venga incontro ad ogni palato. Una veloce visita della cantina dove sono presenti opere di vari artisti locali e non. Bottiglie di vino, tante, e per noi anonime, messe lì,  coricate tra sculture e quadri. I nostri occhi spaziano, tra arte e enologia. Continuiamo ad ascoltare Rodolfo, ci illustra i quadri, parlerebbe per ore e noi staremmo lì ad ascoltarlo ma Silvia ci chiama,  la degustazione è pronta.

Due tagliere di salumi e formaggi, vari calici per ora vuoti. Ci accomodiamo al tavolo tra le bottiglie di vino dai nomi non banali, ogni vino riporta alla loro storia e prende il nome dai loro avi, nonno Alfiero e nonno Giannetto. Rodolfo e Silvia si accomodano di fronte a noi. Silvia con la sua spensieratezza ci parla dei vini, dei loro punti di forza mentre Rodolfo, con più compostezza annuisce e interviene, sorride vedendo le movenze di Silvia. Assaggiamo i saporiti prodotti locali, mortadella, salame, prosciutto accomodati sui taglieri e sapientemente adornati, da Silvia, con fiori e foglie. Rimaniamo affascinati da queste persone così diverse che si completano. Silvia si siede, poi si alza, ha da fare deve preparare altre cose è come la perfezione nel caos.

Ritorna si siede con noi, ci versa altro vino.

Ci offre il pane condito con olio di loro produzione e il sale “ricercato” che ha preso la figlia sempre alla scoperta di nuovi abbinamenti.

Rodolfo ci spiega i sentori del vino, gli alti e i bassi, i picchi, quasi ce lo immaginiamo mentre osserva le sue uve tra i suoi vitigni.

Mentre siamo immersi in questo favoloso mondo arriva la figlia Sarah.  Tutto diventa d’improvviso moderno, facciamo un salto generazionale. Parliamo dell’America, dei vini prodotti in azienda che hanno imparato ad apprezzare nel Nuovo Mondo, dei suoi sacrifici e dei tentativi riusciti o meno. Si parla, si beve. Passiamo da New York a Roma e viceversa, il cibo, le ricette, scambiamo opinioni. Beviamo e finiamo i taglieri sorseggiando varie bottiglie che passano da un gusto piatto e lineare fino a vini con sapori che salgono e scendono, che rimangono in bocca, che spariscono, che ti lasciano qualcosa. La degustazione quasi passa in secondo piano perché la vera esperienza la stiamo facendo con loro. Con queste tre persone sconosciute che ci hanno accolto nel loro mondo dove anche noi iniziamo a sentire la consistenza e la morbidezza dei vini, identifichiamo i sapori e i sentori, la mora, il cuoio, il sandalo. È tutto lì, è davanti a noi e ce lo stanno facendo vedere. Quando parlano, quando raccontano li vediamo nei gesti quotidiani, mentre preparano la tavola per gli ospiti, mentre si organizzano mentre discutono. Ci sentiamo quasi in famiglia e ci apriamo anche noi. Sarà il vino , saranno le belle persone che abbiamo davanti ma è come se li conoscessimo da tempo.

Il tempo passa, e i vini anche, si passa a qualcosa di diverso. Grana e balsamico accompagnato da un buon liquore “Dolce Lola”, anche questo dedicato a mamma Lola, che mi lascia un sapore di fico.

Guardiamo l’ora e non ci crediamo, sono le 21:00, ma è sembrato un attimo.

Purtroppo è ora di andare, Rodolfo impeccabile ci accompagna fino al parcheggio,  quasi si scusa per essere stati troppo amichevoli, lo abbracciamo con la promessa di tornare.

Ah! La degustazione. Abbiamo assaggiato in ordine un buon prosecco “Buongiorno Principessa”. Sapore senza impegno da degustare a qualsiasi ora. È come una persona che sta lì e ascolta i tuoi problemi. Il nome ripreso dalla famosa frase del film “La vita è bella” girato poco distante dall'azienda.

Bacco Felice, lineare. Da tutti i giorni, classico amico che si presenta all’ultimo momento e rimane a mangiare.

San Sereno, arrivano le onde. Si sale e si scende. Frutti rossi, spariscono, ritornano.

Ser Alfiero, si inizia a fare sul serio. Rimane e si sente. Rimane e non ha tutti i torti.

Moraia, il superman dei vini. Mantello rosso come il suo intenso sapore.

Giannetto, da red carpet. Oscar alla carriera.

Dolce Lola. Liquoroso da passito. Frutta secca. Misterioso e poliedrico. Non si svela e ti inganna. Ognuno sente qualcosa di diverso ed il bello è questo.

Salumi, formaggi, olio, aceti balsamici e varie tipologie di pane.

Cosa posso consigliare? Ascoltate, guardate. Sono loro la vera forza della degustazione.  I vini sono ottimi, sono un crescente di sapori ma le emozioni ve le possono trasmettere solo loro. L’impeccabile Rodolfo, l’energetica Silvia, la preparata Sarah.

Fermatevi in questo momento senza tempo,  immaginateli ora, immaginateli all’inizio.

Guardateli negli occhi mentre vi accolgono nel loro mondo e soprattutto… coccolate Gregory!

Tutto finisce ma il ricordo rimane indelebile.

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